Come presentare istanza di fallimento?

L’istanza di fallimento è l’atto iniziale della procedura di fallimento di un imprenditore. Il presupposto di tale atto è lo stato di insolvenza, ciò comporta una situazione patrimoniale deficitaria nella quale il passivo supera l’attivo. In alcuni casi però, è possibile che non vi sia un vero e proprio deficit, la causa del fallimento potrebbe anche essere legata a beni immobiliari o investimenti in generale che non permettono di affrontare i pagamenti. Normalmente il fallimento viene chiesto dai creditori, ma in alcuni casi è possibile che a richiederlo sia lo stesso imprenditore e dunque il debitore. In alcuni casi bisogna sottolineare che il debitore ha addirittura l’obbligo di dichiarare il proprio fallimento.

L’istanza di fallimento in proprio dunque può essere presentata dallo stesso debitore anche senza la presenza e l’assistenza di un legale. Nel caso in cui l’impresa appartenga a un minore o un interdetto, e quindi gestita da un genitore o tutore, la richiesta di fallimento deve prima essere accettata dal giudice. La possibilità di dichiarare il proprio fallimento più che un obbligo sarebbe una facoltà ma diventa necessario e dunque obbligatorio poiché sanzionato penalmente, nell’ipotesi prevista dalla legge fallimentare all’articolo 217 comma quarto che fa riferimento alla bancarotta semplice.

Per attivare la suddetta procedura è necessario che il debitore presenti la propria situazione al tribunale più vicino alla sede più grande della propria azienda, depositando così una serie di documenti che consentono al tribunale di verificare il reale stato finanziario del soggetto in questione. Nell’eventualità in cui la sede principale si trovasse all’estero, la competenza sarà del tribunale più vicino alla sede secondaria. La documentazione sarà inoltre necessaria alla verifica del patrimonio di cui è in possesso l’imprenditore. Vediamo dunque quali sono i requisiti per l’istanza di fallimento:

  • scritture fiscali obbligatorie circa l’intera esistenza dell’azienda
  • uno stato dettagliato delle attività, elenco completo dei creditori e indicazione dei rispettivi crediti e dei ricavi lordi
  • elenco dettagliato e nominativo di chi vanta diritti reali e personali su beni in possesso del debitore e titolo da cui sorge e dipende il presunto diritto
  • il certificato della C.C.I.A.A. territorialmente presso cui è iscritta l’azienda
  • la situazione patrimoniale aggiornata
  • il verbale dell’assemblea in cui viene presentata tale istanza il bilancio degli ultimi due anni

L’istanza dunque deve contenere innanzi tutto le prove che confermino e sostengano la richiesta effettuata e la presenza dei requisiti oggettivi e soggettivi. Tale documentazione è necessaria affinché la richiesta di fallimento sia accettata, è proprio per questo motivo che la seguente serie di documenti da presentare è indispensabile.
Come già specificato in precedenza, la presenza di un legale non è fondamentale, nonostante ciò è bene consultarsi con un consulente per stabilire se l’operazione sia o meno indispensabile e se effettivamente essa possa essere la scelta migliore da effettuare.
Per snellire e agevolare la procedura, è inoltre possibile utilizzare dei modelli di istanza di fallimento in proprio che il debitore dovrà semplicemente compilare aggiungendo i propri dati personali. Tali modelli sono disponibili nelle cancellerie dei tribunali.

Il fallimento è invece escluso per enti pubblici e piccoli imprenditori che rientrino nella categoria avente requisiti specifici analizzata nell’articolo 1 L.F al comma secondo. Pertanto coloro i quali siano in possesso dei seguenti requisiti non possono avviare l’istanza.

  • aver avuto, nei tre esercizi antecedenti alla data di deposito dell’istanza di fallimento, un attivo patrimoniale annuo inferiore a euro trecentomila
  • aver accumulato un ricavo lordo annuale inferiore a duecentomila euro
  • una somma non superiore a cinquecentomila euro di debiti non scaduti

Inoltre, non è possibile richiedere il fallimento nel momento in cui la cifra totale dei debiti accumulati non pagati sia inferiore a trentamila euro. La richiesta di fallimento può essere presentata personalmente in cancelleria o da soci o eventuali liquidatori. L’istanza deve quindi essere presentata in forma di ricorso e deve contenere tutte le prove necessarie di cui è stato già trattato.
In passato inoltre, il fallimento poteva essere dichiarato anche per iniziativa dell’uffico del tribunale, adesso questa possibilità non è più prevista dalla legge e prevede che il sia il giudice stesso ad emettere la sentenza di fallimento solo nel caso in cui a richiederlo siano il debitore, i creditori o il pubblico ministero. In seguito, una volta verificata la documentazione nella sua interezza e accertata la presenza dei requisiti necessari il tribunale stabilisce se l’impresa possa procedere al fallimento o meno. Se i controlli dovessero avere esito positivo emette la sentenza di fallimento.
Nello specifico, nel caso di dichiarazione di fallimento il tribunale penserà a nominare il giudice delegato che si assicurerà del corretto svolgimento della procedura e il curatore fallimentare che gestirà l’impresa fino alla conclusione della procedura.
Dall’emissione della sentenza si ha l’apertura del processo fallimentare che si suddivide in tre fasi. La prima fase prevede l’accertamento del passivo nella quale viene accertato il patrimonio dell’impresa. Nella seconda fase ovvero quella di liquidazione dell’attivo, durante la quale i beni dell’azienda vengono venduti di forza. Infine la terza ed ultima fase, ovvero la ripartizione dell’attivo, in cui le eventuali somme vengono distribuite tra i vari creditori.

In conclusione, sebbene possa inizialmente sembrare una procedura molto complicata, in realtà considerando la dovuta documentazione si può raggiungere l’obiettivo. Pertanto, consultando un esperto sarà più semplice stabilire se sia la scelta migliore valutando caso per caso. Sarà sufficiente verificare se si possiedono tutti i requisiti sopra elencati in modo tale da stabilire cosa fare. Infatti, poiché sbagliare non è un’alternativa così remota, è necessario assicurarsi che sia la scelta migliore prima di procedere in cavilli e pratiche legali inutili. In definitiva, nonostante non sia obbligatorio essere affiancati da un legale, sarebbe buona norma informarsi per assicurarsi che le procedure da seguire siano corrette e adatte alla specifica situazione in esame.

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