L’eterno fascino dell’abbigliamento Made In Italy

Il fascino dell’abbigliamento Made In Italy non è un segreto per nessuno.

Dalle star del cinema ai grandi nomi della moda internazionale, quando si parla d’Italia, tutti sono concordi nel definirla la culla della moda internazionale. Ma perché l’abbigliamento Made In Italy continua a essere così gettonato, senza troppo risentire delle crisi che si alternano nel settore della moda?

Innanzitutto, perché l’Italia è sinonimo di qualità. Abbiamo un alto numero di controlli e di leggi che impongono di usare determinate materie prime e seguire processi ben definiti. In questo modo, viene garantito non solo lo stile unico e tutto italiano, ma anche la salute di chi indossa l’abbigliamento Made In Italy e un approccio ecologico e rispettoso dell’ambiente.

Inoltre, il Made In Italy è figlio di un’antichissima tradizione artigianale che ancora esiste, e resiste, nelle realtà locali. Nel 2012, il marchio Made in Italy, secondo la società di revisione KPMG era al terzo posto mondiale per notorietà dopo Coca Cola e Visa.

Il Made In Italy nel settore dell’abbigliamento fa parte di quelle “quattro A” da (Abbigliamento, Agroalimentare, Arredamento e Automobili) che hanno reso famoso il nostro paese a livello mondiale.

Le prime normative relative al Made In Italy sono nate con l’accordo di Madrid del 14 aprile 1891, recepito e ratificato in Italia solo nel 1967, per cui con la terminologia “made in…” si sarebbe potuta individuare l’origine dei prodotti, determinata dal loro luogo di fabbricazione.

Dal 2004, poi, con Legge Finanziaria, è stata disposta la reclusione di almeno un anno per chi scrive Made In Italy su merce che non è stata fabbricata in Italia, con pene ancora maggiori nel caso di merce alimentare. Stiamo parlando, quindi, di un vero e proprio marchio di garanzia, tutelato dalla legge. Ma come nasce, invece, la passione mondiale per l’abbigliamento italiano?

Un esempio illustre c’era già stato ai primi del ‘900, con Salvatore Ferragamo, che iniziando come calzolaio emigrato in America, aveva stregato le dive d’oltreoceano. Ma gli storici della moda considerano come il “momento zero” del Made In Italy la sfilata che il Conte Giorgini organizzò a Firenze nel 1951 per presentare abiti e accessori italiani a compratori americani. Si trattò di uno dei primi eventi mondani che, in quegli anni, avevano l’obiettivo di risollevare la moda dopo il crollo dovuto alla Guerra.

Una grande mano la diede anche il cinema.

Nel secondo dopoguerra, infatti, film come “La Dolce Vita” di Fellini, “Vacanze Romane” di William Wyler e “Un americano a Roma” di Steno hanno appassionato gli spettatori di tutto il mondo, e attirato l’attenzione sullo stile italiano e gli abiti dei protagonisti.

Iniziò, in quegli anni, una sorta di guerra a suon di sfilate tra le quattro grandi città della moda italiana, che si strappavano a vicenda lo scettro di regina: Roma, Firenze, Torino e Milano.

Nonostante la passione per l’abbigliamento Made In Italy non si sia, da quel momento, mai affievolita, lo splendore massimo fu probabilmente negli anni ’80 e ’90, quando gli stilisti italiani conquistarono un vero e proprio successo planetario che dura ancora ai giorni nostri: Valentino, Versace, Armani, Gucci, Prada, Dolce & Gabbana e molti altri diventarono ambasciatori dello stile italiano nel mondo.

L’abbigliamento Made in Italy trova ampi consensi anche grazie alle riviste che ne celebrano ogni novità e mostrano l’avvicendarsi delle nuove collezioni: Vogue Italia, Vanity Fair, Glamour, Grazia, Amica, Gioia.

Inoltre, le grandi famiglie della moda hanno, da sempre, destato la curiosità mondiale per le vere e proprie saghe in cui sono coinvolte. Dalla tragica morte di Gianni Versace a tutti gli intrighi raccontati nei giornali di gossip, alla moda italiana sono stati dedicati saggi, romanzi, film e addirittura canzoni.

L’ultima in ordine di tempo è la famiglia Gucci, protagonista dell’omonimo “House of Gucci”, film di Ridley Scott in lavorazione a Milano, che ha come interpreti Lady Gaga e Adam Driver. La lavorazione del lungometraggio ha già destato scalpore per le affermazioni di Patrizia Reggiani, che non è stata interpellata né in fase di ideazione né durante le riprese.

L’abbigliamento Made In Italy, dunque, continua a far parlare di sé, giorno dopo giorno e chi non può permettersi il made in Italy d’eccellenza può comunque approfittare dei saldi.

Torna in alto