Tra i molti esami che si svolgono durante il periodo della gravidanza non possono mancare le analisi del sangue. Le analisi del sangue sono uno strumento diagnostico fondamentale per verificare se organi e tessuti del nostro corpo stanno svolgendo le loro normali funzioni nella maniera corretta. Lievi o importanti anomalie nella qualità o nella quantità delle cellule del sangue (globuli rossi, piastrine e globuli bianchi), o variazioni nelle quantità di minerali e vitamine presenti nell’organismo, possono indicare la presenza di disturbi o di patologie in atto. Un controllo periodico è sempre utile per verificare il globale stato di salute dell’organismo e per prevenire eventuali carenze nutrizionali. Nel periodo della gestazione, in particolare, è importante monitorare i valori relativi al ferro e all’emoglobina. In questo articolo approfondiremo nello specifico la correlazione tra la gravidanza e l’emoglobina bassa.
Che cos’è l’emoglobina? Perché è importante tenerne sotto controllo i valori nel corso della gravidanza?
L’emoglobina è una proteina con una struttura quaternaria costituita da quattro subunità proteiche legate a un gruppo eme, ovvero un complesso chimico contenente uno ione ferro (Fe2+). L’emoglobina è presente a livello dei globuli rossi e ha il compito di trasportare l’ossigeno molecolare (O2) ai tessuti.
Nella donna i normali valori dell’emoglobina sono compresi tra 12 e 15,5 g/dL (valori medi e indicativi, che possono variare a seconda della popolazione o del metodo di analisi adottato). Durante la gravidanza tali valori medi tendono ad abbassarsi e ad attestarsi in un intervallo compreso tra 11 g/dL e 14 g/dL. Si parla di emoglobina bassa in gravidanza quando i valori scendono sotto il limite inferiore di 10-11 g/dL. Tale condizione, nella maggioranza dei casi, è correlata a una carenza di ferro nell’organismo. Pertanto, tra gli esami richiesti in gravidanza che possono essere utili a verificare una eventuale condizione di emoglobina bassa, vi sono anche esami utili a stabilire il metabolismo e l’equilibrio del ferro nell’organismo. Questi esami sono utili per valutare lo stato di salute e di benessere della mamma e del bambino durante i nove mesi della gestazione.
Quali sono gli esami del sangue che indicano i valori dell’emoglobina e del ferro in gravidanza?
I valori indicati qui di seguito possono variare a seconda del laboratorio, del metodo di analisi impiegato e a seconda della popolazione di riferimento. Saranno il medico di famiglia o il ginecologo a valutare, attraverso i valori ottenuti dagli esami del sangue, se è presente o meno una condizione di emoglobina bassa o una carenza di ferro.
Per valutare se è presente o meno un deficit di ferro durante la gestazione vengono misurati:
– i valori dell’emoglobina, che nel caso delle donne in dolce attesa sono compresi tra 11 e 14 g/dL;
– i valori della sideremia. La sideremia indica la quantità di ferro circolante legata alla transferrina, la proteina che trasporta il ferro nell’organismo. Nelle donne i valori normali della sideremia sono compresi tra i 50 e i 160 mcg/dL (microgrammi per decilitro);
– la transferrinemia, valore che indica la quantità di transferrina presente nell’organismo. Nelle donne i valori normali sono compresi tra i 250 e i 380 mg/dL;
– la ferritinemia, che indica la quantità di ferritina. La ferritina è la proteina che svolge la funzione di deposito per il ferro. Nelle donne i valori normali sono compresi tra 11 e 150 mcg/L;
– TIBC, ovvero la capacità totale di legare il ferro. I valori medi sono: 255-450 μg/dL
– UIBC, ovvero la capacità di riserva della transferrina. Questo valore si calcola sottraendo il valore della TICB a quello della sideremia.
– la saturazione della transferrina. La situazione ottimale, nel caso delle persone adulte, si ha quando questo parametro rientra tra i valori percentuali compresi tra il 20 e il 50%.
– l’ematocrito, ovvero il volume di sangue (espresso in percentuale) occupato dai globuli rossi. Nelle donne il valore medio dell’ematocrito è compreso tra il 36 e il 46%.